A Vitória, 800 mila abitanti, capitale dello Stato di
Espirito Santo, la polizia militare protesta per i salari
e mogli e figli degli agenti bloccano le caserme.
La criminalità va all'attacco: decine di omicidi, cadaveri per
le strade, negozi e centri commerciali saccheggiati,
uffici e scuole chiusi, autobus fermi. La gente resta barricata
nelle case nonostante l'arrivo dell'esercito inviato dal governo.
E poi strade e piazze vuote, negozi, uffici, scuole chiusi. Perfino gli ospedali sono costretti
a lavorare blindati per evitare gli agguati. La morgue dell'Istituto di Medicina legale ha le celle
frigorifero piene di cadaveri; molti corpi delle vittime sono abbandonati per le strade
perché nessuno sa dove sistemarli.
Giustizieri. Un vero inferno. Da cinque giorni una città di 800 mila abitanti è ostaggio
della criminalità. Si chiama Vitória ed è la capitale dell'Espirito Santo, lo Stato che confina
a sud con quello di Rio de Janiero. Fino a stamani si contano 85 morti. Molti sono ragazzi,
poco più che ventenni, freddati con quattro colpi di pistola. Quasi un marchio,
una firma: giustizieri che vagano per la città e risolvono a modo loro una violenza che sta
contagiando, in maniera allarmante, molte regioni del Brasile.Tre anni di recessione si fanno
sentire. Tagli, licenziamenti, stipendi ridotti, aumenti negati. Non ci sono soldi. Le casse di
molte amministrazioni restano vuote. E le proteste finiscono per contagiare anche chi
dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini. La polizia militare, addetta all'ordine pubblico,
ha deciso di restare in caserma. Ma sono militari e per legge non possono
incrociare le braccia. Così inizialmente si sono affidati alle loro
colleghe che hanno presentato un certificato medico in cui dichiaravano la loro indisponibilità
per "sindrome da disagio premestruale"; poi è scattata la solidarietà femminile e la protesta
si è allargata alle mogli, sorelle, figlie e madri dei poliziotti. Un centinaio di donne si sono
presentate davanti alle caserme e con cartelli, manifesti e bandiere, hanno organizzato un
picchetto. Le pattuglie non sono potute uscire e la città è rimasta sguarnita.
Città deserta.
in una
città che appariva deserta. Sono stati assaltati 200 negozi, 100 case,
tre Centri
commerciali; sei autobus sono stati sequestrati e dati alle fiamme.
Assieme a sparatorie tra chi partecipava ai saccheggi e chi cercava di difendersi.
Il governatore si è praticamente arreso. Non era in grado di garantire la sicurezza.
Ha invitato la popolazione a restare in casa e ha suggerito all'azienda dei trasporti
di limitare le corse dei bus due ore al giorno per proteggere gli autisti. Il governo ha
spedito altri trecento poliziotti, 200 uomini della Guardia nazionale e
300 soldati dell'esercito. La magistratura ha intimato alla polizia militare di tornare
al lavoro ed ha minacciato di far pagare una multa di 10 mila reais (3 mila euro)
per ogni giorno di sciopero.
E' servito a poco. Le donne hanno continuato a organizzare
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i picchetti e a impedire l'uscita delle pattuglie. Rivendicano l'adeguamento salariale per i loro
mariti e padri (guadagnano circa 700 euro), comprese le indennità di sicurezza per il duro,
e spesso sporco, lavoro che compiono.L'arrivo dei soldati non ha cambiato molto la situazione.
La gente è rimasta tappata in casa, i negozi hanno aperto solo nelle ore centrali, le scuole
sono rimaste chiuse come gli uffici. Anche i bus circolano con corse ridotte. Chi deve andare
a lavorare o ha degli impegni si deve affidare ai rari taxi che si avventurano in una città che
resta vuota, punteggiata da incendi e barricate. Sui social i commenti sono contrastanti: pochi
solidarizzano con la polizia militare che viene accusata di codardia, "visto che vi affidate
alle vostre donne per ottenere aumenti che potreste ottenere in prima persona".
Altra emergenza dopo le carceri. La tensione è altissima. Molti si aspettavano che la
situazione tornasse alla normalità. Governo federale in testa, costretto per l'ennesima volta
a spedire i soldati per affrontare una crisi che gli addetti al lavoro non sanno affrontare.
E' accaduto con le carceri, adesso con una cittadina che in cinque giorni si è trovata
85 morti contro una media di 4 al mese. Il caso di Vitória ha riproposto il tema della
violenza e della criminalità diventate una minaccia costante in Brasile. Basti pensare a
cosa potrebbe accadere in metropoli come Rio o San Paolo. Gli unici momenti in cui la
gente si sentiva sicura è stato durante i Mondiali e le Olimpiadi. Ma in quei giorni a
pattugliare le strade c'era l'esercito.
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